Dove siamo? Cosa ci aspetta?

Ben ritrovanti in questo 2025.☺️

Da poche ore i mercati finanziari di tutto il mondo hanno anche loro iniziato il nuovo anno.
Volevo condividere un contributo conclusivo e previsionale per “vivere al meglio” il nuovo anno finanziario.
Servono 5 minuti di lettura per chi ha voglia di proseguire ✅

Detto ciò, partiamo dal capire meglio: Dove siamo?

  1. Partiamo dall’andamento dell’indice S&P 500 dal 1980 ad oggi. Indice che nel 2024 segna un risultato del +24%; anche il DowJones chiude a +13% l’anno appena concluso, mentre il NASDAQ a +29%.
    Crescite assolutamente robuste.
  2. Proseguiamo. Lo STOXX Europe 600 chiude a +6,08%; L’ETF sull’MSCI Emerging Markets, (circa 1.300 azioni di società di 24 mercati emergenti) segna +14,73%.
  3. Ecco quattro punti chiave sul 2024 quindi, al netto di questi risultati borsistici eccellenti dal punto di vista macroeconomico, per fare un chiaro riassunto (e rispondere a quel “dove siamo ?”)
  • 1. Politiche Monetarie e Inflazione

Negli Stati Uniti La Federal Reserve ha mantenuto una politica monetaria relativamente stabile, con un focus sulla gestione dell’inflazione che è scesa sotto il 3% entro la metà dell’anno. Questo ha creato spazio per un possibile ulteriore allentamento dei tassi nel 2025.
In Europa La BCE ha concluso il ciclo di rialzo dei tassi, mantenendo un approccio cauto iniziando i tagli a giugno ma ha già in programma ulteriori diminuzioni per il 2025.

  1. Crescita Economica

La crescita economica globale si è attestata intorno al 2,5-3%, ma, mentre gli Stati Uniti e l’Asia hanno guidato l’espansione, l’Europa ha mostrato segnali di stagnazione (significa che certo qui siamo ben lungi dai massimi e c’è molto da ottenere ancora..).
Cambiando continente, dopo un rallentamento nel 2023, la Cina ha mostrato una ripresa parziale grazie a politiche di stimolo interno e un aumento dei consumi interni, oltre che ha avuto un beneficio dai tagli tassi Usa. Lunga ancora comunque la strada ma non vi sono timori concreti su questo mercato.
 

  1. Transizione Energetica e Crisi Energetica (sempre come sintesi dell accaduto 2024)

La transizione verso le energie rinnovabili ha guadagnato slancio con investimenti significativi in infrastrutture verdi. Tuttavia, tensioni geopolitiche, in particolare in Medio Oriente e Ucraina, hanno provocato volatilità nei mercati petroliferi e aumentato i prezzi dell’energia. Ecco che le economie avanzate hanno incentivato politiche per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, con effetti positivi nel medio termine.

  1. Tensioni Geopolitiche e Commercio Globale

Per quanto riguarda Stati Uniti e Cina i rapporti commerciali sono rimasti tesi con barriere tariffarie che hanno limitato il commercio ma sono emersi segnali di cooperazione in settori strategici come l’AI.
La guerra in Ucraina ha continuato a influenzare i mercati globali creando incertezza sul fronte dell’approvvigionamento energetico in Europa e, non da dimenticare, le tensioni geopolitiche hanno portato a un aumento degli investimenti nella difesa e a una ristrutturazione delle catene di approvvigionamento comunque globali (non solo Europa).

Ecco il dove siamo.

Cosa ci si aspetta per il 2025?

Come possiamo constatare a seguito di numerose interviste, soprattutto ai direttori delle più importanti case di investimento mondiali e vertici direzionali delle più importanti banche e aziende al mondo, per la stragrande maggioranza degli operatori vi sono ulteriori opportunità.
Si può confermare come attualmente, per il 2025, vi siano delle aspettative positive.

Di seguito provo ad analizzare meglio alcuni driver per avere una fotografia più profonda.

Sotto il profilo statistico non possiamo non considerare la concentrazione di equity (azioni) sui portafogli degli americani che per la seconda volta nella loro storia arrivano al 50% dei propri asset mobiliari investiti in azioni. Inoltre, in sole 10 aziende si concentra oltre il 35% del peso di tutto l’indice S&P.
In realtà anche se ci sono infinite giustificazioni a tali fenomeni (ovvero che si guadagna tantissimo nell’azionario usa) si deve necessariamente osservare come in passati possano essere state sinomino di inasprimento della volatilità. Teniamolo solo presente.
Ps: vi faccio notare però come dal 1950 il mercato americano abbia per 9 volte superato il 20% per due anni consecutivi e, per 7 volte su 9, anche il terzo anno ha portato ad un ottimo risultato…Vedremo il 2025.

Il mercato azionario globale per il 2025 potrebbe essere influenzato da diversi driver positivi, dicevamo. Ecco quindi i principali fattori che potrebbero sostenere i mercati finanziari.

  1. Crescita Economica Globale

Se il 2024 è stato caratterizzato da incertezze economiche, il 2025 potrebbe vedere una ripresa, grazie a politiche fiscali e monetarie mirate.
Cina, India e altre economie in via di sviluppo potrebbero trainare la crescita globale. Era ora!

  1. Politiche Monetarie

Se l’inflazione scende, le banche centrali (come la FED e la BCE) potrebbero adottare politiche più accomodanti, sostenendo i mercati, quindi continuando a tagliare i tassi.

  1. Innovazione e Tecnologia

Settori come intelligenza artificiale, energia pulita e biotecnologia potrebbero guidare i rialzi.

  1. Stabilità Geopolitica

La Risoluzione delle tensioni USA – Cina auspicabili dopo l’inizio concreto della presidenza Trump porterà Miglioramenti nei rapporti commerciali e tutto ciò potrebbe ridurre la volatilità.
Attenzione anche alla possibile evoluzione positiva delle conflittualità Israele e Ucraina. Sarebbe il sogno di moltissimi tra noi sopratutto dal punto di vista umano ed etico.

  1. Valutazioni e Profitti Aziendali

Se le aziende globali mantengono solidi margini di profitto potrebbero attrarre nuovi investimenti e, dopo eventuali correzioni del 2024, il mercato potrebbe ripartire da valutazioni più appetibili.

Opportunità di difesa coi BOND

Ad ogni modo, azzerando tutto, possiamo concederci la giusta dose di serenità grazie ai rendimenti concessi dal reddito fisso. Come sappiamo infatti le obbligazioni oggi permettono di godere di buoni flussi cedolari anche su scadenze relativamente contenute.
Finché con un orizzonte temporale di anni due oggi il rendimento di un titolo governativo USA si attesta al 4,24%, non serve per forza l’azionario per guadagnare, questo intendo dire.
Già meno allettante ma pur sempre interessante il Lungo Termine Governativo. Nel medio-lungo termine, lato BTP ad esempio un decennale italiano ha resa del 3,5% che arriva al 4% sui 20 anni.

Conclusioni

Cercando di condensare al massimo, rimane evidente come le opportunità di ulteriore crescita del mercato azionario siano abbastanza sedimentate su tutti gli operatori intervistati, tuttavia devo condividere e ammettere la presenza di diversi driver discrezionali delle scelte degli investitori che potrebbero comportare un’inasprimento della volatilità.

La serenità che concede il basamento di un portafoglio diversificato, dove al suo interno si ammetta la presenza di investimenti obbligazionari con rese interessanti, accanto all’azionario, è forte e robusta, tanto da neutralizzare quanto ho appena detto qualche riga fa sulle possibilità di volatilità / oscillazione.

Tutto ciò condito dal fatto che alla base di ogni portafoglio deve esserci PER FORZA una dettagliata pianificazione patrimoniale (quindi tutela, pianificazione successoria e pianificazione finanziaria per obiettivi di vita) mi porta a dire che se ragioniamo assieme in questi termini possiamo dormire sonni tranquilli, sempre.

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